PACE interviene per difendere il diritto alla sanità dei cittadini greci

La situazione sanitaria della Grecia è delle più preoccupanti. Le ONG Medici Senza Frontiere (MSF), Medici del Mondo e Human Rights Watch interpellano, in maniera allarmista, le istituzioni europee. I piani di austerità hanno avuto un impatto diretto sul sistema sanitario che l’OCDE giudicava “globalmente soddisfacente” fino al 2010. Ad oggi, i dati parlano da soli:

– il budget dello Stato devoluto alla sanità è diminuito del 40% in meno di 2 anni;

– il 30% dei cittadini greci non avranno più l’accesso alle cure di base;

– la cura prenatale gratuita non è più assicurata: bisogna pagare un forfait di 950 € per nascere in condizioni di sicurezza normale; dunque il 47% di donne incinte non sono più seguite;

– in parallelo, si nota un aumento del 20% dell’uso di eroina, anche un terzo dei programmi di sostegno sono stati soppressi a causa della riduzione del budget loro assegnato;

– la prostituzione è radicalmente aumentata;

– il numero di persone affette dal virus dell’AIDS è aumentato del 54% dopo il 2010; alla metà di giugno 2012 la direttrice di Medici senza frontiere a Atene, Reveka Papadopoulou, afferma che il numero di malati di AIDS nel centro della città è aumentato, lo scorso anno, del 450% rispetto al 2010; secondo MSF, tale incremento è dovuto in gran parte alla sospensione dei programmi di scambio di siringhe nella capitale; il Centro Greco di Documentazione e Sorveglianza delle Droghe riferisce che sempre di più i Greci si iniettano volontariamente il virus, al fine di ricevere 700 euro mensili (più del salario minimo!) dati ai sieropositivi;

 

– in diverse scuole, ad esempio a Tebe o Héraklion, si è costatato che dei bambini non sono nutriti correttamente nelle loro case; numerose mense scolastiche chiudono;

– la Grecia è stata per tre anni il paese d’Europa con il tasso di suicidi più bassi; ora sembrerebbe che il numero di suicidi è aumentato del 50% dal 2010;

– i centri di accoglienza di urgenza di Medici del Mondo hanno registrato un aumento di utenza del 30% in un anno;

– La situazione dei pazienti immigrati è drammatica; sono esclusi dalle cure e “scacciati” secondo il termine usato da Human Right Watch, da “dei militanti del New Down (partito neonazista) con alcuni complici nella polizia”

Sull’esempio di Pierre Salignon, direttore generale di Medici del Mondo, che ritiene che “per i più precari, non è più una questione di austerità, ma di sopravvivenza!” , il Partito dei cittadini europei (PACE) chiede alla Commissione Europea:

  1. di prendere le misure d’urgenza necessarie per superare le carenze del sistema sanitario greco;
  1. di proporre una rapida evoluzione del quadro giuridico e finanziario europeo al fine di:

– garantire che ogni persona che vive in un paese dell’Unione Europea benefichi di un accesso equo alla copertura sanitaria, in particolare la popolazione più vulnerabile; ciò comprende l’accesso alla prevenzione, alla diagnosi e alle cure;

– garantire l’accesso ai programmi di prevenzione di malattie infantili (morbillo), così come la prevenzione e il trattamento delle patologie infettive spesso legate alla precarietà e possono causare problemi di sanità pubblica (HIV, epatite, tubercolosi …);

– garantire l’accesso alle cure e una protezione contro le espulsioni per gli stranieri gravemente malati che non possono beneficiare dei trattamenti medici adeguati nei loro paesi d’origine; il ritorno in un paese dove non potranno beneficiare delle cure porta a un grave deterioramento della loro salute, e in alcuni casi, alla morte.

Al di là della legittima emozione che suscita la situazione della Grecia, i cittadini europei che noi siamo non possono tollerare, né oggi né domani, che si metta in pericolo la sanità pubblica di tutto un paese in nome di un rigore finanziario e che il popolo greco non abbia più i mezzi a disposizione per beneficiare di uno dei suoi diritti: il diritto alla salute!

I trattati europei non permettono di assicurare a ogni cittadino europeo una protezione sanitaria sufficiente(1). Il Partito dei cittadini europei (PACE) chiede da subito alla Commissione europea di proporre una revisione dei trattati al fine di dare una soluzione pratica al diritto alla sanità per tutti.

Nel frattempo, il Partito dei cittadini europei (PACE), si aspetta che la Commissione utilizzi tutti i mezzi giuridici e finanziari a sua disposizione per far fronte a quest’emergenza.

Bruxelles, 6 agosto 2012

Traduzione dal francese di Arianna Candiloro

  1. L’articolo 168, comma 7 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), dispone che “L’azione dell’Unione rispetta le responsabilità degli Stati membri per la definizione della loro politica sanitaria e per l’organizzazione e la fornitura di servizi sanitari e di assistenza medica. Le responsabilità degli Stati membri includono la gestione dei servizi sanitari e dell’assistenza medica e l’assegnazione delle risorse loro destinate.” E’ chiaro dunque, che la responsabilità primaria in materia di sanità pubblica è degli Stati membri.

Il comma 1 dell’articolo 168 prevede che nel frattempo: “L’azione dell’Unione, che completa le politiche nazionali, si indirizza al miglioramento della sanità pubblica, alla prevenzione delle malattie e affezioni e all’eliminazione delle fonti di pericolo per la salute fisica e mentale.”